A Rovereto un alloggio domotico per persone con lievi disabilità mentali.
Terza parte

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Tra i progetti di alloggio realizzati dal CUnEdI con la collaborazione diverse cooperative sociali, dell’Anfass di Trento e finanziati dalla Provincia autonoma di Trento per ragazzi con disabilità cognitive, c’è anche l’appartamento di Rovereto concepito su misura per ragazzi con disabilità mentali lievi. Questo appartamento, sito in via Livenza, ha l’obiettivo di aiutare i portatori di questo tipo di handicap a sviluppare la propria autonomia pur garantendogli un’adeguata protezione e salvaguardandone l’incolumità fisica e psichica.

Infatti questo programma di auto responsabilizzazione, basato sul “rapporto” tra disabile e abitazione, tende a ridurre al minimo l’intervento di un educatore e prevede invece la presenza di un pacchetto domotico molto semplice da usare e rivolto ad una fascia molto allargata di persone al fine di rendere la casa sicura ma anche “educativa”. Educativa perché è in grado di coadiuvare il disabile, educandolo con modalità analoghe a quelle adottate dall’assistente attraverso un monitor che segnala all’utente le omissioni commesse durante la giornata, consentendogli al contempo di mettersi in comunicazione visiva con un operatore pronto a intervenire nel momento in cui si verificano delle situazioni di emergenza, consentendogli cioè di mettersi in comunicazione diretta con eventuali familiari lontani, aumentando così il livello di sicurezza, autonomia e, perché no, di autostima delle proprie capacità.

Sicura invece perché non tutti i dispositivi d’automazione domotica installati al suo interno sono finalizzati all’educazione all’autonomia personale ma sono invece volti alla salvaguardia/garanzia dell’individuo.

Pertanto, se un apparato è finalizzato all’educazione dell’individuo o semplicemente alla sua salvaguardia e sicurezza, è stato definito in base a una scala: la scala dell’educatività, la quale, appunto, secondo precisi criteri, individua quali dispositivi domotici sono maggiormente finalizzati all’educazione e quali alla security dell’utente.

In base a tale distinzione la casa (e anche i singoli impianti) può essere educativa, parzialmente educativa, o non educativa.

E’ educativa quando segnala all’utente che si sta verificando un qualsiasi evento dovuto a una dimenticanza o a una mancata esecuzione di alcune procedure, come per esempio quelle necessarie a chiudere le varie apparecchiature.

E’ invece ritenuta parzialmente educativa quando ricorda di compiere un evento che dovrebbe essere di routine, come ad esempio prendere una medicina.

Mentre non è educativa ma sicura quando non deve far apprendere nulla all’utente ma soltanto garantire la safety al verificarsi di un incidente e la security prendendo decisioni on/off by-passando l’utente, che scuramente non può intervenire in maniera tempestiva, per modificare una situazione non più gestibile e ripristinabile.

Tutti i dispositivi del pacchetto domotico sono distribuiti, appunto a seconda della loro funzione, ed è appunto in base alla loro funzione che i vari dispositivi tecnologici del pacchetto domotico sono distribuiti all’interno dell’appartamento sperimentale, questo articolato in tre camere da letto, un soggiorno e una cucina.

A cominciare dalla porta d’ingresso la cui apertura è regolata da due sistemi: dal riconoscimento digitale o con la digitazione del codice sul tastierino numerico. Il primo è riservato agli ospiti, il secondo ai manutentori o per interventi di emergenza. Si è scelto di eliminare la classica chiave di apertura per prevenirne lo smarrimento da parte degli utenti.

L’alloggio è inoltre dotato di un sistema di supervisione video costituito da una telecamera che si allarma e registra solo nel momento in cui qualcuno entra in casa. Inoltre, in aggiunta al sistema di supervisione, il pacchetto domotico è stato fornito di una serie di scenari che fanno riferimento al pacchetto della Provincia Autonoma di Trento più alcune integrazione relative alla security.

Gli scenari in questione sono nove: il comando centralizzato, la rilevazione della presenza di liquidi, la rilevazione di un incendio, la rilevazione di una fuga di gas, il controllo degli elettrodomestici, il controllo degli accessi, il sistema anti-intrusione, rilevamento dello stato di salute dell’utente e organizzazione temporale degli impegni del disabile.

Per fare un esempio sulla dinamiche di funzionamento del sistema e degli scenari, prendiamo in considerazione lo scenario chiamato “Buonanotte o uscita di casa”.

Una volta impostato questo scenario, la casa educativa ha un comportamento ben preciso: nel momento in cui l’utente esce e lascia la luce accesa o si dimentica una finestra aperta o anche di chiudere la porta di casa, il monitor gli ricorda che ha avuto una dimenticanza attraverso un messaggio vocale accompagnato eventualmente da icone in modo da spingere il disabile ospite a correggere l’anomalia.

Questo emesso dal monitor non è un vero è proprio allarme, bensì una semplice segnalazione che sarà in ogni caso tenuta sotto occhio dal centro di controllo, sempre in comunicazione con l’appartamento, il quale sarà comunque informato e, nel caso, se lo riterrà possibile, potrà intervenire.

Principalmente il centro sorveglierà che tutto si svolga secondo le regole affinchè sia corretto l’errore e sia ripristinata la situazione di equilibrio. Se una volta avvertito l’utente non provvede a sopperire alla mancanza in un tempo idoneo alla recuperabilità della situazione, la casa sicura chiude automaticamente porte, finestre, spegne la luce, insomma assolve tutti i compiti non adempiuti dal ragazzo disabile.

Tecnicamente ciò avviene in maniera molto semplice: sono stati installati dei sensori e degli attuatori, tutti collegati a una linea BUS (unico filo), che dialogano tra loro e con il centro di controllo. La linea BUS rende possibile una cosa molto importante e vitale per questo progetto del CUnEdI: la semplicità nei collegamenti.

La linea Bus fa sì che non vi siano fili di andata e di ritorno, ma solo uno, un unico filo al quale si collegano tutti gli elementi che sono gestiti e collegati ad internet mediante una centralina Crestron. Grazie a questa possibilità di “entrare” in internet la procedura prevede che possano esser allertati oltre ai centri di controllo anche i parenti tramite cellulare. Inoltre se tali parenti hanno a disposizione un videofonino o un palmare possono perfino vedere quello che sta accadendo all’interno dell’appartamento.

Nello scenario presenza liquidi, ad esempio, la casa può essere più o meno educativa, nel senso che se l’utente lascia aperto il rubinetto entra in funzione la segnalazione della dimenticanza. Se non viene fatto nessun atto da parte dell’utente si chiudono automaticamente le elettrovalvole; se invece viene rilevata la presenza di acqua sul pavimento perché c’è una perdita, ad esempio si è rotta la lavatrice ed è uscita dell’acqua, viene avvertito in maniera conveniente l’utente in modo che non entri in uno stato di panico e al contempo il sistema chiude tutti i rubinetti avvertendo al contempo il centro di telesorveglianza.

Stessa cosa avviene nei casi d’incendio e di fughe di gas: la casa avverte e ingiunge all’utente il ripristino della situazione di equilibrio. Se ciò non avviene provvede lei stessa a correggere l’anomalia o, in caso di irreparabilità del danno o incorreggibilità della situazione, chiama i soccorsi. Anche in questi casi si hanno comunque diversi gradi di educatività.

Se si tratta solo di una banale presenza di fumo senza significativi aumenti di temperatura, la casa educativa avvertirà il centro di controllo della dimenticanza e solo se non verranno presi provvedimenti si attiverà per rimuovere la causa, ad esempio spegnendo il gas o la piastra sotto la pentola. Nel caso invece che il sensore termometrico rilevi un brusco aumento della temperatura allora partirà il vero allarme antincendio con l’invito all’utente a lasciare l’alloggio.

Chiaramente questo avviso verrà fatto in termini molto generici per evitare che si determini una reazione di panico.

La stessa scala di educatività è anche per le fughe di gas, a seconda che si tratti solo di un rubinetto aperto o di una quantità di gas nell’aria maggiore. In tal caso, il pacchetto domotico interverrà nella chiusura della mandata del gas e nell’aereazione degli ambienti. Il meccanismo finora dettagliatamente esposto è utilizzato anche per la gestione degli elettrodomestici: si ha una prima segnalazione poi, se nessuno interviene, parte l’azione automatica con la conseguente informazione al centro di controllo.

Altro elemento molto importante per una più profonda comprensione del lavoro svolto dal CUnEdI per agevolare la vita dei disabili mentali è il controllo degli accessi e il complementare sistema antintrusione. Entrambi infatti rivestono un ruolo di primaria importanza per la sicurezza della casa e di tutti i suoi occupanti.

Successivamente a questa realizzazione il servizio per le Politiche sociali della Provincia Autonoma di Trento sta programmando di attivare in collaborazione con il Centro Universitario per gli Edifici Intelligenti dell’Università di Trento, Istituzioni private e produttori di dispositivi elettronici nuove sperimentazioni che sviluppino anche studi sulla rilevazione dello stato di salute, in questo specifico caso non attiva, e prendano in considerazione diversi tipi di disabilità.

In questo modo oltre ad approfondire la conoscenza, si potranno costruire banche dati sulle quali fondare griglie decisionali che pongono in relazione disabilità e risposta in termini di dispositivi domotici.

 

M. Flaminia Attanasio

Per maggiori informazioni:

Università degli Studi di Trento
Via Mesiano 77
38050 Mesiano – Trento (Italy)

Tel +39.461.882668
Fax +39 0461 882672

Prof. Ing. Antonio Frattari
antonio.frattari@unitn.it
www.unitn.it



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