Presentato all’Università di Lovanio, nei Paesi Bassi, il prototipo di un dispositivo che grazie a un micro-sistema d’automazione consente di comunicare anche a chi non può farlo.
Non è più grande di una scatola di fiammiferi, e lo si può anche portare in giro: in mano, in tasca, in borsa a seconda delle necessità. Per ora è solo un prototipo ma rappresenta un grande passo avanti per la costituzione di una tecnologia sempre più sofisticata e, contemporaneamente, democratica, commerciale, di basso costo e, quindi, alla portata e al servizio di tutti. In particolare di chi non è affetto da gravi disabilità fisiche o mentali e non è in grado di comunicare o lo fa con estrema difficoltà.
Il Mind Speller, letteralmente il “formatore di parole della mente” o meglio “il paroliere della mente”, è un dispositivo della grandezza di un pacchetto di sigarette in grado di captare i segnali cerebrali e convertirli in parole e periodi. Tant’è che “è stato testato su ben dodici soggetti che, in passato, avevano avuto un’emorragia cerebrale, con ottimi risultati”, come conferma Marc Van Hulle dell’Università di Lovanio, il cui laboratorio di neuro e psicofisiologia ha ideato il Mind Speller che, per questo, può essere usato per aiutare tutti coloro che hanno problemi di paralisi o difficoltà nella comunicazione verbale.
Il prototipo, infatti, come hanno sottolineato Marc Van Hullè dell’Università di Lovanio e Chris Van Hoof della Imec, l’azienda che insieme all’Università di Lovanio e al Centro di Ricerca per l’Innovazione Holst si è occupata della parte (nano)elettronica, “rappresenta un altro step verso la realizzazione di un sintetizzatore discreto, facile da indossare, economico e universale per permettere a chi ha problemi motori di comunicare senza interpreti.”.
Per sortire i suoi effetti però Mind Speller dev’essere collegato a una sorta di cuffia per la doccia, che chiaramente dev’essere indossata, contenente elettrodi posizionati in coincidenza di punti precisi del cranio. In questo modo gli elettrodi registrano l’attività elettrica del cervello, ne interpretano le onde, catturano i segnali emessi dal cervello di una persona mentre mentalmente sta selezionando delle lettere lampeggianti sul monitor. Quando l’oggetto visto e mentalmente scelto comincia a lampeggiare sullo schermo, il cervello se ne accorge e sviluppa il cosiddetto “potenziale p300 correlato ad un evento”, ossia un segnale di risposta che si determina ogniqualvolta una persona risponde ad uno stimolo esterno, in questa circostanza visivo e costituito dalla lettera lampeggiante.
Per fare tutte queste operazioni il nostro intelligentissimo pacchetto di sigarette, contiene un micro-chip che registra l’elettroencefalogramma (Eeg) e poi, in un secondo momento, lo digitalizza e ne trasmette le informazioni al computer collegato, sul cui monitor compariranno le famose lettere selezionate. Insomma: un progetto innovativo dinamico e, soprattutto, al servizio di tutti.
Che la nuova era della tecnologia abbia inizio.
M. Flaminia Attanasio
Per maggiori informazioni:
www.mindspeller.com
Laboratorio di Neurofisiologia dell’Università di Lovanio
Articolo su “Campus Insight” – Maggio 2010