D: Alcuni anni fa esistevano dei progetti che miravano alla realizzazione dei cosiddetti “elettrodomestici intelligenti” i quali, dotati di microcontrollori, potessero disporre di funzionalità avanzate, tra cui la connessione in rete, che avrebbe consentito servizi come telediagnosi gestione consumi ecc… Attualmente, benché anche i modelli base di lavatrici, frigo ecc, siano dotati di schede a microprocessore per il loro funzionamento e quindi si possano definire intelligenti, sembra che la connettività in rete sia una possibilità che non riscuote più l’interesse di un tempo: ciò è dovuto alla mancanza di riscontro presso il pubblico, al fatto che le infrastrutture domestiche non permettano di usufruire dei vantaggi, alla mancanza di uno (o più) protocolli per la connettività, o altro?
R: Penso che la situazione attuale sia determinata sostanzialmente da motivi storici, quando l’aggiunta di una logica di comunicazione rappresentava un incremento di costo ragguardevole che difficilmente trovava giustificazione presso l’utente. Oggi, grazie all’adozione dei microprocessori e delle comunicazioni seriali, virtualmente tutti gli elettrodomestici sono in grado di comunicare.
D: Come vede un produttore di sistemi di domotica, la possibilità di poter integrare in un impianto anche degli elettrodomestici bianchi?
R: Gli elettrodomestici bianchi sono un elemento importante dell’installazione elettrica, e rappresentano una parte rilevante dei consumi energetici della casa. Siamo quindi ovviamente interessati al loro controllo che attuiamo agendo ora direttamente sulle prese d’energia, tramite misura della corrente di funzionamento ed il controllo dell’erogazione d’energia elettrica, o meglio nel futuro immediato tramite l’utilizzo di un linguaggio di interoperabilità ad alto livello, che consentirà lo scambio di informazioni più raffinate.
D: Se qualche anno fa sembrava prioritario trovare sistemi economici per collegare in rete gli elettrodomestici, oggi esiste la disponibilità di numerosi protocolli (tra i quali Ethernet, BlueThoot, Zigbee) cosa che permetterebbe di collegare con relativa economicità gli elettrodomestici ad una rete locale – anche in wireless, e quindi ad un sistema domotico. Ma di questi argomenti si parla ormai poco.
R: Sui protocolli si è generata molta confusione. Un protocollo descrive nei dettagli uno scambio dati, ma non si esprime sull’interoperabilità a livello funzionale, che è un’altra cosa. I protocolli saranno sempre tanti all’interno della casa, ed evolveranno insieme alla tecnologia più velocemente di qualunque standardizzazione normativa. E’ ora di confinarli al loro giusto ruolo di banali e molteplici “abilitatori” alla comunicazione. Un sistema domotico evoluto è in grado di utilizzarne molti allo stesso tempo, in una logica di integrazione funzionale ad alto livello che li sorpassa.
D: Dei progetti che erano stati proposti tempo fa (come il sistema Leon@rdo di Ariston o sistemi similari di competitor) non resta praticamente traccia. Quali i motivi di questo flop?
R: Perché confondevano il prodotto con il sistema e banalizzavano, trascurandole, le implicazioni installative e di integrazione funzionale. Non acquisto un touch screen per controllare un forno ed una lavatrice che ho dietro la schiena. Semmai sono interessato ad avere un’installazione polifunzionale dotata delle più svariate interfacce, dalla più semplice alla più complessa.
D: Quale era ai tempi la visione di Bticino? Come viene vista oggi da Bticino la tematica?
R: La stessa di ora, arricchita negli ultimi tempi da tutte le nuove possibilità tecnologiche. Questo ha consentito a BTicino di percorrere la propria strada e divenire il numero uno della domotica in Italia ed un punto di riferimento sempre più importante nel mondo.
D: In generale, dal punto di vista di un produttore di elettrodomestici, può esistere ancora interesse per l’argomento?
R: Un produttore di elettrodomestici ormai non può più pensare che il proprio prodotto stia per i fatti suoi e non sia collegabile ad un sistema polifunzionale di controllo dell’energia, di gestione dei carichi elettrici, di gestione degli allarmi, di gestione dei flussi multimediali, di controllo a distanza, di diagnostica d’impianto ecc. ecc…
D: Vi sono progetti di ricerca dedicati alla ricerca di soluzioni per il collegamento in rete di elettrodomestici bianchi?
R: Sono in essere numerose iniziative private e pubbliche. Quelle che avanzano più velocemente sono quelle private e basate su concetti di “open source”
D: L’adozione di un unico protocollo potrebbe effettivamente essere utile e permetterebbe di sfruttare nuove funzionalità? (al di là di quelle d’impatto ma di scarsa praticità spesso evidenziate dai media – come il frigo che fa la spesa da solo ecc..)
Se si, quale dei protocolli attualmente disponibili potrebbe essere impiegato con successo? L’uso di Ethernet o di qualche altro standard disponibile (BlueTooth, ZigBee, ecc…) potrebbe essere la soluzione?
Sarebbe invece necessario ridefinire un nuovo standard per questo tipo di applicazioni?
R: Di nuovo, il protocollo è un falso problema, è come se l’utente fosse interessato al colore od al tracciato dei fili del proprio impianto. L’importante è l’integrazione a livello funzionale, e questo può essere fatto solo con un linguaggio di rete ad alto livello indipendente dai protocolli.
D: Quali servizi e funzionalità si possono realizzare già adesso con elettrodomestici normali e le esistenti tecnologie domotiche ? (presa comandata, temporizzazioni ecc..)
R: Controllo dei carichi, supervisione dei consumi, sia locali che remoti.
D: Concludendo, si può pensare ad una evoluzione degli elettrodomestici bianchi verso un oggetto di rete, come in passato da più parti ipotizzato, oppure si tratta di una classe di dispositivi che, per loro particolare natura sfuggirebbe alle regole generali che hanno visto molti e svariati dispositivi di uso comune (condizionatori, stampanti, macchine fotografiche, elementi AV, componenti sicurezza ecc…) beneficiare della possibilità di connessione ed integrazione in reti di comunicazione e controllo?
R: Assolutamente si.
Intervista di Luigi Passerini
l.passerini@domotica.it
Ernesto Santini
L’Ing. Ernesto Santini, Laureato in ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Milano, ha lavorato dapprima in Honeywell ISI a Pregnana Milanese nel settore dei VLSI standard, quindi come esperto nel campo dell’automazione e delle reti dati. Dal 1990 in BTicino, ha curato lo sviluppo dei prodotti e dei sistemi elettronici per installazione, in particolare quelli basati su tecnologie a bus domotico, nei settori di sicurezza, illuminazione, controllo dell’energia, comunicazione telefonica ed audio-video. Attivo in vari organismi di standardizzazione ed autore di numerosi articoli su stampa specializzata, è stato per oltre un decennio responsabile dell’unità di Erba, che raggruppa progettazione e produzione dei prodotti elettronici dei cataloghi BTicino e Terraneo. Ora ricopre l’incarico di Direttore dello Sviluppo dei Sistemi Elettronici per il Gruppo Legrand, di cui BTicino fa parte.