A Trieste si è concretizzato un progetto che, grazie alla domotica, garantisce una maggiore autonomia a persone che hanno limitazioni sensoriali o percettive
Dal 2002 al 2012, la popolazione italiana è cresciuta del 4,2%. L’aumento più accentuato, in termini percentuali, si è registrato tra gli “over 65” con un +15,8% rispetto al 2002, avvicinandosi così ai 12 milioni di abitanti e sfiorando il 20% della popolazione. Un’incidenza destinata ad aumentare, in considerazione del fatto che un miglior tenore e cure mediche sempre più perfezionate stanno aumentando l’aspettativa di vita. Al punto che le proiezioni più recenti stimano, nel 2040, una popolazione italiana composta, al 35%, da ultra sessantancinquenni. Così, anche se l’Italia è al penultimo posto in Europa in termini di spesa media per malati cronici e disabili, sono necessari interventi concreti in tempi rapidi.
Una delle prime Regioni ad affrontare attivamente questa situazione è stata il Friuli Venezia Giulia che, con un’incidenza regionale di anziani superiore al 22%, è al secondo posto tra le regioni più longeve. Mentre la percentuale raggiunge addirittura il 28% a Trieste. Un fatto che, da sempre, ha indotto gli amministratori locali a considerare con estrema attenzione il “problema” degli anziani non completamente autosufficienti. Nella convinzione che un’attenzione specifica alle esigenze dei singoli contribuisca a migliorarne il tenore di vita, ma anche a ridurre le spese di assistenza a carico del servizio sanitario.
A fianco degli anziani
Si tratta di considerazioni che Itis, l’Azienda pubblica di Servizi alla Persona di Trieste, conosce molto bene. Storicamente, infatti, offre servizi diversificati in ragione del bisogno degli anziani, con un’attenzione particolare per quanti si trovano in condizioni di non autosufficienza.
Lo stretto rapporto con persone anziane e con le loro esigenze ha suggerito di promuovere la realizzazione di abitazioni nelle quali, pur garantendo una serie di servizi, gli anziani potessero conservare una propria autonomia, senza dipendere necessariamente da personale dedicato. Del resto consentire a un anziano un adeguato livello di indipendenza rappresenta un’importante conquista sociale, nella quale Itis crede da sempre. Per questa ragione, già alcuni anni fa, erano stati creati una serie di alloggi ispirati a una logica di casa albergo, con camere in cui gli anziani potevano vivere autonomamente, ma con servizi condivisi. Un’esperienza che permette di mediare tra il desiderio di rimanere totalmente indipendenti e la necessità di essere accuditi. A questa esperienza si è associata l’idea, recentemente concretizzata, di realizzare un “Condominio solidale” nel quale trasferire il concetto di rete familiare in un contesto più ampio di vicinato. All’interno di queste residenze è stato implementato, in corso d’opera, un parziale sistema domotico, limitato alla possibilità di gestire la temperatura e l’impianto di illuminazione e comunque semplici funzioni di controllo e telegestione.
Un esperimento che Carlo Breda e Rosanna Missan, rispettivamente dirigente tecnico e sociale di Itis, ritengono positivo, ma ancora insufficiente per le molte persone anziane. Soggetti che, avendo perso solo parte della mobilità o con piccoli problemi di memoria, non presentano profili che richiedono, per volontà o per necessità, di essere ospitati all’interno di una struttura sociosanitaria. Ma, allo stesso tempo, potrebbero trovarsi in difficoltà se abbandonati a se stessi o costretti a vivere in edifici privi di soluzioni adeguate alle loro esigenze.
Così, anche sulla scorta delle sollecitazioni degli anziani, con i quali vi è un contatto quotidiano, e delle indicazioni provenienti dal segretariato sociale, nel 2011 Itis ha valutato la possibilità di sviluppare soluzioni che consentissero alle persone, anziane ma autosufficienti, di conservare autonomia e contatti sociali. Le prime sperimentazioni, in questa direzione, sono state ovviamente ispirate ai moderni social network e allo sviluppo di software dedicati, con risultati relativamente positivi. Però, come sottolinea lo stesso Breda, si tratta di soluzioni non sempre affidabili e, in alcuni casi, con difficoltà di fruizione.
Da qui la ricerca di un partner in possesso di una solida esperienza nella fornitura di soluzioni domotiche affidabili e con un’attenzione specifica alle esigenze di chi vive limitazioni delle proprie funzionalità. Una ricerca che ha condotto Itis a confrontarsi con BTicino, l’azienda italiana leader nelle tecnologie domotiche, che propone il catalogo “Autonomia a domicilio”, indirizzato proprio alle persone con disabilità.
Domotica per tutti
Un incontro che ha permesso ai progettisti di Itis di individuare una serie di soluzioni già ampiamente testate e affidabili, oltre che proposte a catalogo. Una peculiarità che permette di valutare a priori l’entità dell’investimento necessario per sviluppare un concreto progetto di residenza sostenibile. L’obiettivo dell’associazione era infatti quello di ricreare nella residenza “Casa Rusconi”, nel centro di Trieste, alcuni appartamenti in cui implementare soluzioni domotiche reali e affidabili, da replicare poi su scala più ampia.
L’attenzione ai costi e all’affidabilità, del resto, rappresentavano una priorità per il progetto, finanziato anche dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Fondazione CRTrieste, che hanno creduto fortemente nel progetto. L’erogazione dei finanziamenti era infatti subordinata alla verifica della funzionalità e alla possibilità di replicare la piattaforma anche in altri edifici pubblici e privati. Tutte caratteristiche per le quali l’esperienza e la diffusione sul mercato di BTicino rappresentano già un’importante garanzia. Un simile progetto, come sottolinea lo stesso Breda, non può avere “debolezze intrinseche”. Perché un problema, in termini di affidabilità, potrebbe mettere a repentaglio l’incolumità degli anziani. Così come un’eccessiva complicazione indurrebbe il rigetto in utilizzatori che, spesso, mostrano una certa diffidenza nei confronti delle nuove tecnologie.
Da qui, ancora prima di affrontare la fase progettuale, una serie di incontri che hanno visto, intorno alle stesso tavolo, i progettisti tecnici di Itis e il personale di BTicino, ma anche i responsabili e gli assistenti sociali (in qualità di professionisti in costante contatto con i reali fruitori) e tecnici di You us, una software house specializzata nello sviluppo di soluzioni informatiche per soggetti svantaggiati.
“Mettere a confronto professionalità tanto diverse – spiega lo stesso Breda – ha rappresentato un’importante attività preliminare, sia per valutare le effettive potenzialità del sistema stesso, sia per testare la disponibilità dei singoli soggetti a investire in un simile progetto”. Il tutto anche in considerazione del fatto che esistono pochi esempi concreti di realizzazioni analoghe e Itis aveva fissato specifici limiti di budget. Limiti dettati da esigenze interne, ma anche dal fatto che le funzionalità dovevano essere replicabili su larga scala, nell’ambito della ristrutturazione di un comune edificio, e applicabile anche in contesti privati.
La risposta è MyHome
Al termine del confronto, il sistema MyHome di BTicino si è dimostrato tecnicamente rispondente a tutte le esigenze di Itis. Un’approvazione favorita anche dal fatto che è basata su un bus digitale aperto a più protocolli standard e in grado di dialogare anche via radio, attraverso ZigBeee. Peculiarità che lo rendono agevolmente interfacciabile con le soluzioni non coperte dal catalogo BTicino.
L’obiettivo di Itis, infatti, era quello di garantire la completa autonomia alle persone, sfruttando la tecnologia per superarne i limiti specifici di ogni soggetto. Il tutto conservando i rapporti sociali con l’esterno e con i parenti. Esigenze che, però, devono rispettare il limiti imposti dalla Privacy.
Sicuri, in casa propria
Il risultato del lavoro di progettazione, seguito direttamente da Breda, ma anche l’attenzione ai dettagli tipica di chi vive nel settore dell’assistenza agli anziani, si coglie già al momento dell’accesso all’appartamento, che non avviene con le comuni chiavi. Ad ogni anziano viene invece consegnata una tessera magnetica che sfrutta le soluzioni di Hotel Room Management, sviluppate da BTicino per la gestione e la supervisione delle strutture alberghiere e ricettive. Vengono così risolti, a monte, tutti i problemi di perdita o sottrazione delle chiavi, garantendo al contempo tracciabilità di quanti accedono all’appartamento. Ogni singola apertura attraverso la tessera magnetica, infatti, viene registrata dal sistema, che memorizza anche la presenza di quanti forniscono servizi di assistenza alla persona o di carattere generale, come la pulizia dei locali o gli interventi di manutenzione. Le chiavi magnetiche, inoltre, possono essere attivate e disattivate in qualsiasi istante direttamente dal centro di assistenza. Questo significa che una nuova copia può essere realizzata in pochi minuti, così come una chiave persa o sottratta può essere tempestivamente inibita.
Proprio la sicurezza, del resto, è una delle principali preoccupazioni per le persone anziane. Il sistema di antifurto, per questo, si inserisce automaticamente nel momento in cui vengono abbandonati i locali, per disinserirsi all’arrivo delle persone autorizzate. L’impianto di antintrusione, inoltre, dialoga con i sensori installati sulle finestre, segnalando un serramento dimenticato aperto.
Allo stesso modo, il tradizionale spioncino sulla porta è stato sostituito da una più efficace videocamera, installata sopra la porta d’ingresso. Alla pressione del campanello, l’immagine dell’interlocutore viene visualizzata sullo schermo di un tablet. In questo modo l’anziano, anche dal proprio letto, ha la corretta percezione di chi si trova davanti alla porta, decidendo poi se attivare o meno il sistema di apertura.
La predisposizione di telecamere, potenzialmente in grado di registrare anche le immagini riprese, costituisce inoltre un deterrente nei confronti di malintenzionati che potrebbero tentare di circuire un anziano.
Tecnologia amica
Proprio l’uso del tablet ha rappresentato uno dei principali punti di perplessità in fase progettuale. Se le tecnologie domotiche firmate BTicino sono una garanzia indiscutibile, ben diversa era invece l’affidabilità riconosciuta all’informatica.
Timori fugati dal team di You us, particolarmente attento alle esigenze degli anziani e in possesso di una reale esperienza specifica. Così, oltre ad interfacciarsi agevolmente con My Home, come già avvenuto in altri contesti, l’interfaccia è stata ispirata ai criteri dell’usabilità, nel rispetto delle esigenze dei soggetti anziani. Quest’ultimi possono infatti gestire tutte le funzionalità domotiche attraverso una serie di icone intuitive e di grandi dimensioni. Un’integrazione che si è spinta persino alla possibilità di gestire il televisore attraverso il tablet stesso, in sostituzione del comune telecomando. Una funzionalità solo apparentemente ludica. La scelta, come spiega Breda, è invece suggerita dalla necessità di rendere più accettabile la tecnologia. Il televisore, infatti, è un apparecchio con cui gli anziani si interfacciano costantemente e dal quale può iniziare un miglior rapporto con gli strumenti informatici, sempre più necessari per rimanere in contatto con le altre persone.
Sullo schermo televisivo compare così il volto delle persone con le quali si può interloquire in videoconferenza. Ciò permette all’anziano di vedere l’interlocutore, agevolando il rapporto con i parenti. Inoltre migliora la famigliarità con gli assistenti e il personale medico, che non sono più voci al telefono, ma volti reali, con i quali è più facile dialogare, senza la necessità di uscire di casa. Inoltre, attraverso la telecamera Dome, è possibile verificare visivamente lo stato dell’anziano o cogliere specifiche esigenze non espresse verbalmente.
Il tablet, infine, offre accesso ai contenuti multimediali (dagli audiolibri alle previsioni meteorologiche). L’obiettivo, infatti, è quello di indurre l’anziano a usare costantemente un simile apparecchio sul quale è implementato un calendario, aggiornabile anche dal personale sociosanitario, che gli ricorda costantemente gli appuntamenti e le terapie mediche da assumere
In caso di emergenza
Tutte queste tecnologie, però, non risolvono la principale preoccupazione per gli anziani che vivono soli: la tempestività dell’intervento. Anche in questo caso l’integrazione di tutti i sistemi su un unico bus ha risolto la maggior parte dei problemi. In altre applicazioni simili, spiega Marco Mirabella, il tecnico di Install.pro che ha seguito tutte le fasi di installazione, i diversi devices hanno dimostrato difficoltà nel dialogare tra loro. Utilizzando le soluzioni My Home, invece, tutto ha risposto alle aspettative, consentendo di realizzare una soluzione completamente integrata. Una caratteristica fondamentale soprattutto in situazioni di emergenza. In caso d’improvvisa necessità, infatti, l’anziano può chiamata l’operatore o i parenti preselezionati premendo un tasto sul proprio tablet, ma anche attraverso il classico medaglione salvavita o alcuni tasti disposti strategicamente all’intero dell’appartamento e facilmente identificabili mediante cornici colorate. La pressione di un tasto di allarme, infatti, attiva sia il sistema di comunicazione audio in vivavoce Vantage, sia la telecamera interna. L’operatore è così in grado di dialogare con l’anziano, nel caso in cui quest’ultimo sia in grado di parlare, o di vedere le immagini riprese dalla telecamera. Attivando così i soccorsi più adatti alla specifica situazione.
Gli operatori di assistenza, inoltre, possono visualizzare lo stato di tutti i pulsanti e i sensori interni per risalire all’ultima azione compiuta dall’anziano stesso. Una funzionalità che si aggiunge all’allarmistica proattiva, resa possibile dall’impiego di sensori intelligenti. Quest’ultimi, infatti, svolgono il classico compito di accedere le luci degli ambienti quando il soggetto si muove in uno specifico locale. Ma la possibilità di registrare tali attivazioni consente di attivare un allarme nel caso in cui, malgrado la presenza in casa, identificabile dall’inserimento della tessera magnetica nel lettore, i sensori no rilevino alcun movimento dell’inquilino entro un tempo prestabilito.
Anche l’acqua è controllata
Anche se tutte le tecnologie, così come gli arredi e le dotazioni in uso sono state studiate per agevolare la quotidianità di un anziano, le perdite di memoria rappresentano un’incognita che può mettere a repentaglio l’incolumità dell’ospite, oltre a provocare danni alla struttura. Il caso più classico, come spiega Lorenzo Mocnich che ha curato la progettazione impiantistica, è quello dell’acqua dimenticata aperta. Un rischio prevenuto dalla predisposizione di sensori di allagamento in grado di interrompere tempestivamente l’erogazione dell’acqua, oltre ad attivare messaggi vocali e sul tablet, allertando contemporaneamente il personale di assistenza. Allo stesso modo, all’uscita dall’appartamento, tutti i carichi elettrici vengono disattivati, evitando così il rischio di lasciare alimenti in cottura senza nessun controllo.
Infine, per prevenire distacchi improvvisi dell’alimentazione elettrica, gli assorbimenti dei singoli apparecchi vengono costantemente monitorati e, in caso di superamento di determinate soglie, progressivamente staccati.
In ogni caso, a fronte di problemi di natura elettrica, le lampade di emergenza integrate entrano istantaneamente in funzione, anche per prevenire eventuali attacchi di panico.
Non esistono limiti
“Quanto abbiamo realizzato”, spiega Breda, “rappresenta una soluzione all’avanguardia dal punto di vista impiantistico, ma non abbiamo utilizzato tutte le potenzialità offerte dal catalogo BTicino, sia per ragioni di budget, sia perché la soluzione sviluppata deve essere vissuta come una piattaforma da sviluppare e adattare”. Uno degli appartamenti realizzati, a fronte di un costo di ristrutturazione totale inferiore a 50mila euro per ogni singola unità (comprese le opere edili), verrà infatti adibito ad “ausilioteca”, per permettere alle persone di sperimentare le opportunità offerte e valutare con Itis le funzionalità effettivamente necessarie alla propria condizione. “Questo progetto”, continua Breda, “nasce per essere replicato e proprio la disponibilità di Davide Lazzarini, referente locale di BTicino, ci ha permesso di individuare le singole soluzioni adatte all’installazione specifica, ma dotate anche della flessibilità necessaria per rispondere ai singoli problemi dei soggetti interessati. Inoltre, avendo testato le funzionalità del sistema di interfacciamento software, possiamo sapere esattamente il costo di ogni singolo intervento, consentendo così al soggetto interessato di implementare, ad un prezzo conosciuto, solo le funzionalità necessarie. Il tutto con la possibilità di utilizzare tecnologie affidabili e l’opportunità di far evolvere il sistema al mutare delle proprie esigenze.
Un esempio, solo apparentemente banale dell’adattabilità del soluzioni offerte dal catalogo MyHome è rappresentato dagli interruttori. La linea Matix, pur essendo la proposta base tra le serie civili BTicino, unisce infatti l’essenzialità del design con un’ampia scelta anche dal punto di vista cromatico. Ciò ha permesso, ad un costo di mercato, di utilizzare placche colorate per rendere facilmente identificabili, benché inseriti in un design univoco, i pulsanti d’allarme installati strategicamente all’interno dell’appartamento.
Un dettaglio, quest’ultimo, che fa comprendere come la tecnologia permetta, ad un prezzo accessibile, di creare ambienti sempre più piacevoli e sicuri anche per persone che, malgrado l’età, possono conservare un buon grado di autonomia all’interno della propria abitazione.
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ITIS Trieste, pagina dedicata a Casa Rusconi
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