Il futuro dell’automazione domestica

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La tecnologia e’ parte integrante della nostra vita quotidiana. Quando l’elettronica e l’informatica entrano nella nostra abitazione controllandone attivamente le funzionalità e semplificando operazioni complesse, si può parlare di automazione o domotica.

Il termine domotica è conosciuto, ed è oramai ampiamente utilizzato per identificare genericamente situazioni “robotiche” nell’ambito residenziale, ma pochi sanno elencare esattamente quali sono i requisiti di una casa gestita in modo “automatizzato”. La maggior parte delle persone intervistate sull’argomento, esprime concetti quali: la cucina che prepara la cena autonomamente ed il caffè che sgorga da solo la mattina.

Ad oggi, non ho ancora programmato una macchinetta del caffè!

L’automazione domestica e’ qualcosa di più importante. E’ un insieme di apparecchi elettronici, progettati a regola d’arte, cablati su misura ed esigenza, installati in appositi vani ed alloggiamenti e programmati da esperti del settore.

Questi apparecchi si interfacciano con l’impianto di illuminazione, il clima, le tapparelle, l’audio video, l’anti-intrusione, consentendone il controllo da parte dell’utente. Questo può avvenire tramite interfacce quali schermi touch o palmari e smart phone. In altre parole, l’utente dispone di una unica interfaccia informatica dove può impartire comandi semplici o complessi. Ad esempio: accendere una luce, alzare una tapparella.

Oppure l’utente può richiamare uno scenario quale: Esci di casa – Spegni l’audio e video negli ambienti, abbassa le tapparelle, predisponi le luci e inserisci l’anti-intrusione. Sono queste operazioni “automatizzate” e quindi programmate nel cervello elettronico del processore centrale che identificano realmente un impianto domotico realizzato a regola d’arte. Il concetto di Scenario o Macro-Scenario, trascurato e molte volte non realizzato in fase di installazione, è il pilastro portante del futuro dell’automazione.

La domotica non è un un “telecomando”, ma un sistema intelligente che gestisce l’insieme di tutte le articolazioni e funzioni vitali dell’abitazione.

E’ il processore che elabora dati che provengono dagli apparecchi remoti e centrali, i cosiddetti feedback (informazioni di stato), sommandoli alle eventuali richieste dell’utente ed alle impostazioni prefissate, che genera un risultato ottimale che deve equivalere allo stato di benessere desiderato. Il processore non contiene queste istruzioni, deve essere quindi programmato in fase di progettazione del sistema.

Il processore tiene conto anche dell’ orario, del meteo e della luce o mancanza di luce esterna. Immaginiamo quindi uno scenario notte che elabora tutte queste variabili e le somma alle richieste personalizzate del proprietario per gestire in modo ottimale le luci, il clima, le tapparelle e l’anti-intrusione.

Questo e’ il risultato di una corretta installazione e configurazione di un sistema di automazione domestico.

L’utente non conosce il retroscena di queste elaborazioni, ma ne vede il risultato. Va ricordato che utilizza prettamente l’interfaccia grafica di controllo che deve essere semplice ed intuitiva, razionale ed uniforme sia sui pannelli fissi che sui pannelli portatili.

I macro scenari devono essere personalizzabili direttamente da parte del fruitore, rompendo quel legame embrionale che si crea inevitabilmente tra il programmatore del sistema ed il proprietario.

Partendo dal presupposto che l’hardware utilizzato per le installazioni è di altissimo livello ed affidabilità, si evince che un sistema domotico di successo dipende esclusivamente dallo staff che lo propone, lo progetta, lo installa e lo configura e programma.

All’inizio della mia carriera, uno dei miei maestri mi disse: il successo del tuo software e’ decretato esclusivamente da chi lo utilizza. Quando hai soddisfatto tutte le sue esigenze, e reso semplice ciò che per lui e’ complicato, potrai dire di aver terminato il tuo lavoro.

Il successo e la crescita dell’automazione, dipende proprio da questo concetto basilare: la soddisfazione dell’utente finale.

La squadra deve proporre commercialmente il prodotto, progettandolo correttamente insieme al cliente, ed installandolo e programmandolo indicando le scelte non solo dettate dal mercato, ma principalmente in base alle funzionalità soggettive ed oggettive. E’ la professionalità e l’esperienza che permette di instaurare un rapporto di fiducia con l’utente. E’ questo rapporto di fiducia bilaterale che consente la crescita del mercato.

Le fondamenta per uno sviluppo solido e prospero dell’automazione è basato su questi presupposti.

Oggi l’utente che si affaccia al mercato della domotica non conosce né le potenzialità, né la giusta soluzione o quale sia il risultato ottimale. Se a questo sommiamo i fattori di inesperienza ed amatorialità delle persone coinvolte nelle fasi di realizzazione del progetto, i risultati sono disastrosi. Il passa parola fondamentale in questo campo, viene meno ed il marchio quale esso sia, ne risente pesantemente. Lo stesso concetto di automazione si sgretola e la pubblicità negativa coinvolge tutti gli operatori del settore.

Vedo un futuro pieno di novità tecnologiche e di evoluzioni nel campo residenziale della domotica, a patto che oggi riusciamo ad evidenziare l’importanza della professionalità delle aziende coinvolte nell’istallazione. La visione per il 2020 è piena di aspettative. Auspico che finalmente si possa realmente ottenere una gestione “green” dei carichi, impianti fruibili per gli anziani e per le persone disabili, la standardizzazione delle regole per un corretto risultato quale ad esempio una certificazione di impianti come oggi esiste in altri campi.

Mi piacerebbe poter impartire comandi vocali e che la nostra abitazione del 2020 possa realmente gestirsi autonomamente. Questo succederà soltanto se oggi alziamo il livello qualitativo del settore coinvolgendo tutte le parti in gioco… anche il cliente.

In Italia come in altri paesi, non dobbiamo cadere nella trappola di saltare passaggi tecnologici rincorrendo le nazioni più avanzate che da anni gestiscono il settore trainandone lo sviluppo e dettandone le regole. I passaggi sono obbligati anche commercialmente per prepararsi al futuro che avrà una esplosione di richieste sempre meno settoriali e sempre più rivolte ad un uso di largo consumo.

Siamo agli albori ed in una fase embrionale dell’automazione, anche se sono anni che si propongono e realizzano impianti domotici in tutto il mondo. Stiamo costruendo le fondamenta per un futuro florido e pieno di soddisfazioni. Dipende solo da noi, quelli che nel settore hanno un unico scopo: soddisfare le esigenze di chi utilizza i nostri sistemi.

Raffaello Maria del Re

 

Per maggiori informazioni:

www.cea-thm.com

Raffaello Maria del Re e’ un programmatore indipendente autorizzato Creston, creatore della Crestron Framework.



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