Una crescita annua del 35% in piena crisi economica: è il “miracolo” della domotica, che già oggi è una realtà di assoluto rilievo per fatturato e tecnologie impiegate.
Nelle nostre case viviamo già oggi circondati dall’elettronica, ma i diversi sistemi non dialogano tra loro e ciascuno si limita a svolgere poche funzioni di base. Eppure tutti “parlano” il linguaggio universale del bit, che guarda caso è lo stesso di strumenti che ormai sono sempre nelle nostre mani come il cellulare, Internet o l’I-pad.
Da qui la richiesta e l’esigenza di sistemi integrati, soprattutto nell’ambito del comfort ambientale (dunque per la climatizzazione e il riscaldamento), il controllo delle luci e il risparmio energetico, ma anche per le tapparelle automatiche e la sicurezza, magari con sistemi di telesorveglianza collegati al proprio smartphone.
Sono queste le indicazioni salienti che emergono dalla ricerca realizzata recentemente da Assodomotica su un mercato che in Italia già oggi si concretizza in numeri assoluti di rilievo e tassi di crescita da record. Se infatti nel 2006 erano stati installati complessivamente 13.900 impianti per un valore totale di 57,3 milioni di euro, già nel 2009 si è arrivati a 35.500, per un totale di 146,1 milioni di euro. E le previsioni per il futuro non lasciano dubbi sulle potenzialità del settore, con una crescita annua stimata del 35% almeno fino al 2012, quando si prevede di raggiungere i 90.000 impianti installati ed un fatturato di 370 milioni di euro l’anno.
La situazione in Europa.
Su scala europea, invece, il giro d’affari stimato è pari a oltre 870 milioni di euro, spinto soprattutto dalle vendite in Germania (che è il principale mercato continentale), Francia e Spagna. Anche fuori dall’Unione Europea, comunque, non mancano le opportunità di sviluppo, soprattutto nei mercati arabi per i sistemi più avanzati, ma anche in Russia e nell’Europa dell’Est. Le motivazioni di acquisto sono varie: dalla ricerca di uno status symbol, quale è certamente oggi una casa all’avanguardia, ad una particolare attenzione per quanto riguarda la sicurezza e il controllo della casa, specie per le abitazioni utilizzate in periodi non continuativi (come ad esempio le case per le vacanze).
In tutti i casi, nell’ambito della domotica l’integrazione sembra essere sempre più il filo conduttore dell’innovazione, quindi, come sottolinea l’ing. Giovanni Grauso, product manager di Home Innovation, azienda veronese relativamente piccola (1 milione di euro di fatturato) ma ad altissima specializzazione: «Hi System è un esempio di piattaforma domotica che integra, senza sovrapporsi, tutti gli impianti tecnologici presenti oggi in un’abitazione: impianti di sicurezza, videosorveglianza, audio/video, intrattenimento, luci, climatizzazione, irrigazione, tablet PC, smartphone, cataloghi multimediali, videocitofonia, telefonia etc. Dal punto di vista dell’utilizzo da parte dell’utente, inoltre, già oggi sono disponibili interfacce portatili con controllo touch screen e grafiche contestuali, dove per contestuali si intende in grado di riconoscere la posizione dell’utente all’interno della casa e proporre sulla grafica le funzioni legate alla stanza in cui ci si trova.
Tali interfacce “contestuali” sono molto utili quando si accede all’uso dalla casa attraverso dispositivi portatili come ad esempio tablet portatili, smartphone e tutto ciò che non ha una collocazione fissa nell’abitazione». E proprio sul controllo via web, smartphone e I-pad si concentra una parte significativa della ricerca per le applicazioni future, con l’obiettivo di rendere visibile tramite i diversi browser i meccanismi che regolano i sistemi della casa.
Alla ricerca della semplicità
Il parere dell’Ing. Paolo Mongiovi, presidente di Assodomotica.
«Attualmente nella domotica gli ambiti nei quali si sta concentrando la ricerca tecnologica sono almeno tre, a partire dalla facilità di installazione, con l’obiettivo di diminuire i costi della manodopera potendo utilizzare operai meno specializzati. La ricerca di una maggiore semplicità riguarda anche la semplicità di programmazione, per avere impianti più facili non solo da installare, ma anche da realizzare per i produttori. Infine, c’è un notevole interesse per la possibilità per l’utente di personalizzare le interfacce touch senza l’intervento di uno specialista come avviene oggi.
Altre evoluzioni allo studio riguardano il settore wireless-radio e in particolare la possibilità di installare con maggiore facilità gli impianti in case già preesistenti, cosa che oggi richiede mediamente 7-8 giorni di lavoro contro una media di 2-3 giorni richiesti nelle case di nuova costruzione. In generale, però, oggi il freno principale non è la tecnologia, ma la scarsa cultura dell’utente finale: le persone non sanno cos’è la domotica o ne hanno un’idea confusa, ritenendola qualcosa di lontano dalla realtà, relegata alla casa del futuro. Poche riviste ne parlano e sono prevalentemente rivolte ad appassionati, anche in TV non c’è traccia di questo argomento. Inoltre le aziende non investono nella promozione. Le poche iniziative presenti sono realizzate dalle associazioni di settore».
Valentina Scattolin*
*Articolo pubblicato per gentile concessione del Giornale di Vicenza
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