Fab Lab. La casa del sole, direttamente dalla Catalogna.

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Da poco presentata a Madrid in occasione del Solar Decathlon Europe Contest, dove si è aggiudicata il Public Choice Award, il prototipo di una casa completamente autosufficiente dal punto di vista energetico.

All’apparenza, non si direbbe mai che questo strano, enorme arnese, simile alla balena che inghiottì Pinocchio, sia una casa. Perchè di primo acchito, sembrerebbe piuttosto un’opera d’arte contemporanea di un qualche artista freak, magari da poco sbarcato da New York e stanco della vita yankee della Grande Mela. Oppure una strana creatura a quattro zampe. Un bizzarro animale, magari appena uscito da Alice nel paese delle meraviglie, fantastica creazione di Lewis Carrol, o da qualche racconto mitologico. Somiglia, effettivamente a una sorta di enorme cavallo di Troia, con un grosso ventre. Panciuto però, sporgente e bombato, in grado di contenere di tutto, anche e soprattutto le persone.

E invece, la Fab Lab House, questa specie di mostro quadrupede in legno sito nella campagna madrilena, è proprio una casa. Magari dalla forma insolita, dalle dimensioni bizzarre, interamente in legno in una metropoli ove regna il cemento armato, ma è una casa. E ci si può abitare, eccome se si può. E lo si può fare persino meglio che nelle case “normali”, ossia quelle a cui siamo abituati, con muri, pavimento e soffitto perpendicolari fra loro, in cemento e intonaco all’interno. Perchè? Perchè Fab Lab House, da poco presentata a Madrid in occasione del Solar Decathlon Europe Contest, dove si è aggiudicata il Public Choise Award, costituisce il prototipo, già abitabile, di una casa solare e passiva, messo a punto dall’Institute for Advanced Architecture of Catalonia (IAAC), con sede a Barcellona, e dunque, in un mix di materiali eco-compatibili, utilizzo di energia eolica e solare e hi-tech, consente di vivere risparmiando sui consumi e rispettando l’ambiente. In maniera, insomma, più a misura d’uomo e natura.

Completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, Fab Lab House infatti è una struttura prefabbricata in legno in grado di produrre più energia di quanta ne consuma ed è stata concepita non per una produzione di tipo industriale, bensì per favorirne una facile realizzazione in qualunque parte del mondo e per mano di chiunque. Per questo motivo prevede l’utilizzo di materiali e macchinari internazionali, vale a dire facilmente reperibili ovunque. Inoltre questa specie di “patata gigante”, come viene definita sul sito ufficiale FabLab, è stata costruita interamente in legno perchè è un componente, nonchè un materiale, altamente ricambiabile, anche a distanza di tempo tempo, “maneggevole – come recita la scheda tecnica – e leggero”, e che non necessita di un’eccessiva manutenzione.

Il legno che è stato impiegato specificatamente nella costruzione della Fab Lab House madrilena, ha poi degli elementi strutturali che sono tutti tagliati col laser in fogli di compensato da 1,22 x 1,44 metri; fogli che sono stati prima assemblati, poi trasportati e fissati in loco, come mostrano le immagini. All’intera struttura invece, fasciata appunto da questi pannelli di compensato e il cui progetto è stato messo a punto da un gruppo di studio composto da architetti provenienti oltre 20 paesi diversi (developer dell’intervento sono l’Institute for Advanced Architecture of Catalonia (IAAC), il Center for Bits and Atoms del Massachusetts Institute of Technology (MIT), la rete mondiale dei Fab Labs, ed un gruppo di aziende private), è stata conferita, e questa è la vera novità, una struttura paraboidale per ottenere un orientamento ottimale della struttura, la cui forma paraboloide è stata a tal fine appositamente studiata, nei mesi estivi, e per conferire poi all’abitazione il massimo sfruttamento dell’energia solare che avviene mediante la serie di pannelli solari che abbracciano completamente, come fossero una seconda pelle, la superficie superiore e arrotondata della struttura. Inutile dire che, per quanto riguarda la produzione di energia, in quanto, lo ripetiamo, si tratta di una struttura che deve essere autosufficiente dal punto di vista energetico e deve garantire a ciascuno dei suoi abitanti (minimo 4, dice la scheda tecnica) un minimo giornaliero di fabbisogno energetico, il pannelli solari hanno un ruolo fondamentale. Essi infatti, oltre a ricoprire, come già detto, similmente al guscio di una tartaruga, la superficie esterna e superiore della struttura, sono collegati a dei sensori, posti anche loro sul “tetto” ricurvo, che permettono di conoscere, mediante un dispositivo d’automazione domotico al quale sono collegati insieme ai pannelli fotovoltaici, l’intero rendimento energetico della casa. Rendimento che consiste in: captazione dell’energia, in questo caso solare, pura e semplice, ricrcolo d’aria e quindi interscambio termico, e ventilazione.

Nella gestione di Fab Lab è infatti indispensabile la tecnologia. Nella fattispecie quella, cosiddetta, “intelligente”, ossia la domotica, che consente di sinergizzare e gestire facilmente tutte le apparecchiature, ovviamente hi-tech della casa e consente, in seconda istanza, di limitarne e programmarne l’utilizzo evitando inutili sprechi di energia, troppo spesso dati dall’uso a vuoto ad esempio degli elettrodomestici e delle luci d’illuminazione. In questo caso, è importante sottoporre all’attenzione dei lettori che l’intero impianto domotico è regolato da un “sistema d’infrastruttura intelligente”, appositamente creato per I Fab Labs, chiamato “Internet 0” che consente, mediante un meccanismo ad input/output e un semplice e intuitivo touch-screen (quello che si vede nella figura), di gestire e controllare tutta la casa, ossia l’accensione e lo spegnimento delle luci, anche programmandolo ad orari, la loro intensità, l’utilizzo o meno (anche questo programmabile secondo orari) dell’impianto di riscaldamento o di raffredamento degli ambienti che avviene comunque naturalmente grazie alla particolare esposizione di Fab Lab in base ai principi della bioclimatica, il monitoraggio della temperatura interna, della produzione di energia mediante pannelli, del tasso di umidità.

Sempre attraverso lo schermo digitale è Inoltre possibile avviare gli elettrodomestici, come ad esempio, come segnala l’immagine, la lavatrice, anche, anche qui, decidendone l’orario di avvio, in modo da non rimanere indietro con le faccende domestiche anche quando si è fuori casa.

Comunque, tutto questo hi-tech inimmaginabilmente insito in Fab Lab House non è affatto in contraddizione con gli intenti e lo spirito con il quale è stata costruita. Per nulla. In proposito la scheda tecnica recita infatti così: “Questa “intelligenza distribuita” può essere vista e compresa come uno sviluppo della ricerca di Fab Lab, in fusione con nuovi sistemi e materiali , e che implica un cambio di procedure nel campo delle costruzioni.”.

Per quanto riguarda invece la particolare forma di Fab lab questa ha un significato, oltre che una funzione, particolare. Perchè la sua “geometria – spiega il direttore dello IAAC Vicente Guallart – risponde alla sua potenziale capacità produttiva di energia.”. E continua: “Se nel 20° secolo la forma era consequenziale alla funzione, nel 21° secolo la forma seguirà l’energia. Gli edifici devono essere simili agli alberi, devono cioè essere autosufficienti e seguire principi naturali. Possiamo infatti dire che, piuttosto che costruita, la struttura sia stata confezionata, allo stesso mondo in cui sono utilizzati nel processo di costruzione gli strumenti di progettazione digitale, come la stampa in 3D. Produciamo la nostra casa solare insieme ai ricercatori, seguendo il principio medievale secondo il quale il progettista ed il costruttore sono la stessa persona”.

 

E così, con interni ad alto design curati fin nel minimo dettaglio, ove si è teso a dare un aspetto tipo loft e in cui la linea curva predomina incontrastata facendosi largo nel caldo del legno, la Fab Lab House, vicino ai fumi del capoluogo della caliente Spagna, con leggiadria si solleva dal suolo, poggiandosi sulle sue tre grandi zampe e offrendo sotto di sè una zona in cui trarre ombra e refrigerio, ma al contempo, come fosse un albero, si pianta a terra con le sue solide radici, traendo dalla stessa terra esempio ed energia e offrendo al mondo un esempio di nuova architettura. Mostrando a tutti come design, natura e tecnologia possano compenetrarsi senza intralciarsi. Facendosi bandiera di un nuovo modo di vivere, ad alto risparmio energetico.

M. Flamina Attanasio

 

Per ulteriori informazioni

Fab Lab House
www.fablabhouse.com



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